sabato 27 dicembre 2014

se fosse costa

se fosse costa
piegata e convulsa alle onde
sarebbe approdo
ancora del naufrago

sarebbe sponda
su cui poggiare le membra
provate
dalla tormenta e
dal tormento della fuga

guerra

se fosse lama
se arida e nulla
valesse la pietà
allora sarebbe fermo
campo di battaglia

sarebbe acciaio
malese ferita che non “m’argina

alle ossa spiovere
cadenti e roventi spade aguzze
e lì
cede in mestizia l’umana mano tesa sulla rinnovata fame

Giordan

2 commenti:

Sari ha detto...

A quali tragedie ci siamo abituati. Quanto lontani sono i "lontani" e quanto vorremmo dimenticare avendo il diritto di farlo.
Ma ci sono i poeti e non ci sarà possibile ignorare...
Bentornato, Giordan.

giordan ha detto...

Carissima Sari, grazie a te e alla tua tenacia nel viaggiare tra queste righe che spesso fermano il loro moto. La mia vita da frenetica, è diventata errabonda nel mondo. Forse, salvo cambiamenti non previsti, torno più stabilmente in Italia e nel contesto, dovrei tornare a scrivere su queste pagine .

Un abbraccio forte e un caloroso Augurio di Buone Feste.

Giordan