martedì 18 ottobre 2011

dedicato a Federico Garcia Lorca


Federico García Lorca  ( Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Viznar, 19 agosto 1936)
A volte, le parole, sono appese ad un noi “pesante” che, sovente, non gode del superamento e trascina…
come stolide mandrie ai bordi di un arido pascolo, le speranze.
A volte però, la parola è sentimento, ideale, superamento e cammina oltre i limiti dell’uomo, trasforma e solca il campo. Non resta quando è stagione, che cogliere tra foglie e fiori, il dono che prima era seme.
Allora è frutto, acqua di fonte, pazienza e sforzo, il verso franco che non conta le asimmetrie, sfama e disseta.
Un verso che fa lotta e poi battaglia e conquista, ma non taglia,
non lascia esangue … cura e unge le ferite della superficialità umana.
Ecco all’ora sì, parole appese,ma ad un noi “pensante” e  non più
“pesante”.

giordan    

La notte non vuole venire
perché tu non venga
e io non possa andare.

Ma io andrò
benché un sole di scorpioni mi mangi la testa.

Ma tu verrai
con la lingua bruciata dalla pioggia di sale.

Il giorno non vuole venire
perché tu non venga
e io non possa andare.

Ma io andrò
portando ai rospi il mio garofano morsicato.

Ma tu verrai
nelle cupe cloache dell'oscurità.

Né la notte né il giorno non vogliono venire
perché io muoia per te
e tu per me.
Federico Garcia Lorca

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