domenica 8 marzo 2009

il progetto della "nuova" politica italiana

Credo sia chiaro ormai:

c’è un disegno, un grande disegno nelle trame della politica italiana.

Non ha più senso fare distinzioni tra chi detiene il potere e chi fa una scialba opposizione, un’opposizione che di fatto legittima tutte le scelte della maggioranza con l’assenza, la più totale assenza.

È un progetto condiviso; da una parte voluto per ideologia politica, dall’altra per totale assenza di ideologia.

Spesso mi chiedo cosa dovranno rivedere questi italiani che non hanno saputo cogliere dalla storia gli elementi di tutela, di preservazione da nuove forme di dittatura, di regime, di controllo sociale e culturale. La torre di controllo del paese, da qualche tempo ormai ha intrapreso un cammino, che piano piano, sta strutturando una nuova tipologia di “organizzazione civile” o “ordine civile”.

I media, per effetto della loro omologazione, della loro dipendenza economica dal potere, sono inefficienti e non trasparenti. L’informazione non è solamente selezionata, ma recitata con termini e configurazioni, tali da pilotare il pensiero di coloro che si adagiano e si fanno involontariamente plagiare. Viviamo in una società dove la maggioranza delle persone non investe in ricerca informativa, in approfondimento, il loro progetto, così si pianifica più facilmente.

Quando ancora ero uno studente, la scuola incentivava la lettura dei quotidiani e, spesso, si dibatteva sulla poca diffusione degli stessi tra la popolazione. Si proponeva la lettura di giornali ideologicamente contrapposti, per misurarne i contenuti e per avere una visione più ampia delle varie questioni. Oggi, non serve più tale sforzo. Le differenze sono minime e spesso si ha la sensazione che la pecora Dolly, sia un passo successivo ma non nuovo, alla manipolazione genetica già sperimentata nell’informazione. Un’ informazione quindi clonata, che si diffonde con ridondanza certosina nei vari quotidiani più diffusi.

Si adottano in politica atteggiamenti e terminologie di grande ristrettezza culturale che innescano, e occultamente giustificano, azioni di barbarie e intolleranza nei confronti di soggetti ai margini della nostra assurda società incivile .

Si introducono regole figlie di ordinamenti che nel passato hanno costituito lo scheletro del ventennio fascista.

Si propende ad un atteggiamento politico, che vede la chiesa in una posizione determinante e dominante nelle scelte di governo impedendo allo stesso la sovranità laica dell’istituzione, e conseguentemente, minando il ruolo di garante che esso ha, nei confronti di ogni cittadino, indipendentemente al credo professato o non professato.

La palese intenzione di rivedere la costituzione nei punti cardine che la rendono super partes, dimostra una strategia che non è progettata per il perfezionamento, ma piuttosto costituisce il condizionamento (interessi personali di qualcuno?).

L’introduzione delle ronde per il controllo del territorio, è una chicca determinate: una specie di militarizzazione delle città, con l’obbiettivo di ridurre gli episodi di criminalità ( o un disegno che fa presagire una strategia oppressiva e antilibertaria per mano di anticostituzionali controllori, su cittadini sempre meno liberi e più controllati?).

È aumentata la pressione esercitata dal governo attraverso le forze dell’ordine, su quei comitati svincolati dai partiti, che protestano per denunciare un’infinità di soprusi e ingiustizie che si estendono da nord a sud del paese (per esempio la questione del Dal Molin o quella dei rifiuti per citare due casi tra i tanti).

Si è già cominciato a definire individuo socialmente pericoloso, un determinato cittadino straniero che, in base alla razza, sarebbe più o meno “geneticamente” predisposto, a compiere determinati reati (mi sembra una considerazione assonante, alle svariate definizioni razziste contro gli ebrei che la società italiana del 1938 usava ). Ecco che le ronde volontarie, potrebbero avere un ruolo determinate nella gestione dell’ordine pubblico. Una gestione mirata alla prevenzione dove vengono sedate in anticipo eventuali azioni “certamente scontate”. Questo genere di attività, nel 1938, era sotto il controllo delle camice nere: che tutto questo sia una banale coincidenza?

Non di minore importanza, la sconsiderata riforma della caccia che permette ai sedicenni di imbracciare un’arma (al di là dell’assoluta inutilità della caccia oggi e dell’impattività grave che essa ha nel contesto ambientale), è un’azione che diffonde una cultura subdola ma mirata, sul futuro rapporto armi – uomo che non dovrebbe appartenere ad una società culturalmente evoluta.

Un ulteriore punto in cui si nota la caratterizzazione del pensiero politico attuale, è la riforma scolastica. Sono attività meno determinanti, ma comunque gravi. La reintroduzione del maestro unico (azione che nel contesto storico - sociale attuale è insostenibile), il ritorno al grembiule (la divisa), la penalizzazione dei laboratori o il gioco della riduzione delle ore di lezione, sono tutte strategie mirate all’impoverimento della risposta formativa (meno strumenti, più ignoranti; più ignoranti, miglior controllo sociale) ma non solo: pensiamo alle conseguenze che andranno a far leva su coloro che appartengono agli strati sociali più deboli e che non possono permettersi scuole private più efficienti o ai bambini con difficoltà di apprendimento, bambini portatori di handicap che necessitano del maestro di sostegno per poter superare meglio le difficoltà.

I costi elevati sono un problema secondario per il governo, l’obiettivo è indebolire il tessuto culturale del paese, peraltro già scalcinante. Se lo stato italiano vuole risparmiare, non deve farlo nella cultura, nel futuro intellettuale del suo popolo, ma deve cominciare dal portafoglio dei politici che hanno uno stipendio immeritato, un vero insulto alla povera gente. Soprattutto, deve mantenere la democrazia e la libertà di pensiero e di parola.

Giordano Montanaro



Nessun commento: